Psicologia Analitica
La psicologia analitica, conosciuta anche come psicologia complessa o psicologia del profondo, è quella forma di psicoanalisi che si fonda sul pensiero di C. G. Jung.
Il nucleo di questa psicoterapia lo si può intendere dalla frase di Jung per cui: “la psiche è in grado di sopportare qualsiasi cosa, purché essa sia dotata di senso”.
Proprio in questo consiste per me il lavoro psicologico: trovare il senso degli avvenimenti che ci fanno soffrire, comprenderli attraverso la prospettiva della propria natura e per questo emergere dal giogo del dolore in maniera accrescitiva.
Così, il dare senso a un sintomo significa sopratutto accogliere una parte di sé che sta chiedendo di essere ascoltata.
Come diceva Freud: la via regia per l’inconscio è il sogno. Attraverso di esso è possibile osservare quel teatro interiore soggiacente alla nostra consapevolezza, che muove le nostre intenzioni, che parla di desideri impensabili, ma che è anche capace di guidarci nel nostro percorso di individualizzazione, ovvero di realizzazione della propria natura. Così le immagini che si sviluppano durante i sogni divengono i tesori più preziosi per comprendere la propria essenza.
Che ruolo ha lo psicologo in tutto questo? Per lo più ogni seduta non è altro che il confronto tra due persone, su un qualsiasi argomento che si senta significativo. E anche quando ci si inoltra nelle parti più inconsce della personalità, lo psicologo non può far altro che tenere la lanterna, mentre il paziente procede nell’esplorazione di sé.